Come gli astrociti controllano il master clock del cervello

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 27 maggio 2023.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

L’affascinante scoperta della ciclicità che lega la fisiologia del nostro corpo alla rotazione della Terra sul suo asse e alla rivoluzione intorno al Sole diede origine alla cronobiologia, disciplina dedicata allo studio di tutti i processi legati ai ritmi biologici, e introdusse un nuovo paradigma per lo studio dei processi normali e patologici, costituito dal loro rapporto con la regolazione ciclica cellulare e sistemica. Prima ancora di scoprire l’esistenza di un oscillatore di riferimento cerebrale per tutti i ritmi ormonali ed enzimatici conosciuti, quando si ipotizzava un ruolo della ghiandola pineale – il famoso terzo occhio vestigiale con sensibilità alla luce – all’ordine del giorno della ricerca per decenni vi è stata l’indagine sui ritmi circadiani, perché se era evidente un loro rapporto di genesi con la risposta del sistema nervoso centrale all’alternanza giorno/notte (luce/buio) con gli stati di veglia/sonno, rimanevano enigmatici tutti i collegamenti in termini di meccanismi con le altre funzioni.

Dall’individuazione di un timer principale ipotalamico dal quale tutti i misuratori (oscillatori) periferici dipendono, è stato un succedersi di scoperte che hanno fornito conoscenze sui meccanismi molecolari della ciclicità biologica. Un interrogativo che ha accompagnato i primi decenni di questi studi era relativo a quanto l’oscillazione ritmica degli organismi fosse geneticamente determinata e quanto dipendesse dall’alternanza di buio e luce solare percepita dall’occhio e, verosimilmente, da altri recettori fotosensibili. Gli esperimenti con volontari che si privavano della luce solare rimanendo a vivere in grotte senza poter usufruire di orologi e alcun altro genere di informazione temporale esterna, dimostrarono che l’organizzazione funzionale basata sui normali periodi di sonno e veglia, così come i picchi dei principali ormoni oscillanti, erano sostanzialmente conservati, anche se dopo oltre un mese di mancata esposizione alla luce solare il periodo circadiano interno dalle 24 ore risultava prolungato a 25-26 ore. A partire da questi risultati, gli studi successivi dimostrarono che gli apparati oscillatori geneticamente determinati richiedevano però di essere ritarati o riconfermati dall’esposizione ai cicli giorno/notte della luce naturale, per essere pienamente efficienti.

Tre settimane fa abbiamo recensito un lavoro che ha identificato la somatostatina quale modulatrice delle risposte circadiane alla luce, introducendolo così: “La luce sincronizza il nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo (SCN), l’orologio biologico principale del corpo, svolgendo un ruolo di grande importanza per la fisiologia e la salute dell’organismo, attraverso la riprogrammazione dei processi che garantiscono la scansione oscillatoria da cui dipendono tutti i ritmi biologici. Le risposte alla luce della durata di circa 24 ore – e perciò dette circadiane da circa dies – coordinano il comportamento e la fisiologia, così che possano essere adeguati ai cambiamenti quotidiani e stagionali dell’ambiente”[1]. E sintetizzandolo in queste parole: “La luce modula la neurochimica dei circuiti dell’orologio centrale costituito da SCN, con le giornate lunghe che accrescono l’espressione di somatostatina. Joye e colleghi dimostrano anche che il deficit di somatostatina accresce la “plasticità circadiana” al livello cellulare e del comportamento. Questo studio rivela anche differenze sessuali nelle risposte alla luce e il ruolo della somatostatina nelle peculiarità legate al sesso”[2].

Gli orologi circadiani guidano i ritmi fisiologici quotidiani per adattarci alla realtà ambientale naturale del giorno e della notte; nelle società umane il comportamento non fisiologico, come quello del lavoro notturno con riposo diurno[3], può perturbare i ritmi circadiani, con conseguenze anche gravi per la salute, come accade quando l’alterazione ha origine patologica, in particolare nel caso delle malattie neurodegenerative. Per comprendere i modi in cui si altera la regolazione circadiana si studiano i processi alla base della fisiologia del nucleo soprachiasmatico (SCN), ossia il master clock del cervello.

Un problema finora mai risolto del funzionamento di questo nucleo è dato dall’essere costituito da tutti neuroni inibitori GABAergici che formano una rete inibitoria supportata da astrociti: come può un sistema neuronico esclusivamente inibitorio sostenere un’attività neuronica?

Andrew P. Patton e colleghi coordinati da Michael H. Hastings, impiegando approcci quali l’imaging microscopico, la farmacologia e la genetica molecolare, hanno scoperto un ruolo cruciale degli astrociti e risolto anche il paradosso di una rete esclusivamente inibitoria in grado di sostenere un’attività neuronica cruciale per l’organismo.

(Patton A. P. et al., Astrocytic control of extracellular GABA drives circadian timekeeping in the suprachiasmatic nucleus. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2301330120, 2023).

La provenienza degli autori è la seguente: Neurobiology Division, Medical Research Council Laboratory of Molecular Biology, Cambridge (Regno Unito); State Key Laboratory of Membrane Biology, Peking University, School of Life Sciences, Beijing (Cina); PNAC Division, Medical Research Council Laboratory of Molecular Biology, Cambridge (Regno Unito).

L’importanza degli astrociti nell’economia neurotrasmettitoriale delle sinapsi cerebrali è nota da tempo. I terminali assonici GABAergici hanno un pool di deposito di glutammina molto limitato, per cui sono altamente dipendenti dalla sintesi di glutammina astrocitaria, a differenza di quanto accade per i terminali sinaptici eccitatori glutammatergici. L’inibizione acuta della glutammina sintetasi (GS) degli astrociti, nei roditori precipita lo sviluppo di crisi epilettiche (Eid et al., 2008; Wang et al., 2009), con ogni probabilità perché viene a mancare la funzione inibitoria mediata dal GABA deficitario. Gli astrociti esprimono il trasportatore GABAergico GAT-3 che è regolato da variazioni di Ca2+ sub-membrana mediate da TRPA1 (Shigetomi et al., 2011). L’inibizione di questi canali ionici risulta in una significativa riduzione dell’espressione in superficie di GAT-3 da parte degli astrociti e in una susseguente attenuazione di potenziali post-sinaptici inibitori dei neuroni più vicini.

L’impatto dell’astroglia sull’inibizione sinaptica è di importanza critica per comprendere il ruolo della regolazione inibitoria dei processi al livello dei sistemi neuronici. Gli astrociti in tal modo controllano l’inibizione sinaptica rapida necessaria all’elaborazione sensoriale, controllano gli input modulatori e l’emergere di particolari oscillazioni di attività neuronica. Le oscillazioni neocorticali gamma, per esempio, si ritiene siano generate dall’attività ritmica degli interneuroni inibitori parvalbumina-positivi a picco rapido; le oscillazioni gamma sono fondamentali per la funzione cognitiva, probabilmente per il loro effetto di regolazione sulla temporizzazione di scarica dei neuroni piramidali.

Lo studio qui recensito è giunto infine a riconoscere un controllo della glia astrocitaria sulla fisiologia dell’orologio circadiano principale dei mammiferi, collocato nel nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo (SCN). Il nucleo SCN realizza un meccanismo di temporizzazione autonomo dalla cellula, consistente in un ciclo a feedback trascrizione/traduzione (TTFL, transcriptional/translational feedback loop), e guida i picchi di attività elettrica neuronica, che controllano il comportamento circadiano. I segnali intercellulari, mediati dai neuropeptidi, sincronizzano e amplificano TTFL e ritmi elettrici nell’ambito del circuito. I neuroni responsabili dell’attività del nucleo SCN, cioè del timer principale dell’organismo, sono inibitori e il loro neuromediatore è il GABA, come per la massima parte degli interneuroni dell’encefalo e a differenza di quelli del midollo spinale nei quali prevale la glicina. Nonostante il ruolo del GABA nel TTFL sia analiticamente studiato, fino allo studio qui recensito non si era riusciti comprenderlo; soprattutto, come si è già detto in precedenza, non si riusciva a rispondere al paradosso di un sistema inibitorio che esprime un’attività necessariamente eccitatoria. O, se si vuole, come può un circuito GABAergico sostenere cicli circadiani di attività elettrica, quando tale accresciuta attivazione e scarica dovrebbe diventare inibitoria all’interno della rete?

Per esplorare la realtà biologica di questo apparente paradosso, Patton e colleghi hanno studiato sezioni sottili in coltura di tessuto nervoso ippocampale di SCN esprimenti il sensore GABA iGABASnFR, rilevando che questi neuroni presentavano un’oscillazione circadiana del GABA-extracellulare che, controintuitivamente, va in anti-fase con l’attività neuronica, con un picco prolungato nella notte circadiana e una depressione pronunciata durante tutto il giorno circadiano. A risolvere questa relazione inaspettata, i ricercatori hanno trovato che il GABA-extracellulare è regolato dai trasportatori del GABA (GAT), con il picco di captazione durante il giorno circadiano, da qui la depressione diurna e il picco notturno.

Questa captazione è mediata dal trasportatore GAT3 (Slc6a11) espresso dagli astrociti, espressione questa regolata in senso circadiano, essendo elevata nel periodo diurno. La clearance del GABA-extracellulare nel giorno circadiano facilita l’attivazione neuronica ed è necessaria per il rilascio circadiano del neuropeptide VIP (vasoactive intestinal peptide), un regolatore critico di TTFL e della ritmicità al livello di circuito.

Infine, i ricercatori hanno dimostrato che la complementazione genetica del TTFL astrocitario da solo, in un SCN altrimenti senza orologio, è sufficiente a condurre i ritmi del GABA-extracellulare e a controllare la rete di temporizzazione. Dunque, gli orologi astrocitari sostengono il lavoro orario circadiano del nucleo SCN mediante il controllo temporale dell’inibizione GABAergica dei neuroni SCN.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-27 maggio 2023

www.brainmindlife.org

 

 

 

________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.

 

 

 



[1] Note e Notizie 06-05-23 La somatostatina regola orologio e ritmi in modo specifico per il sesso.

[2] Note e Notizie 06-05-23 La somatostatina regola orologio e ritmi in modo specifico per il sesso.

[3] Lavoro a turni.